Abbiamo lasciato Paola al suo primo e ultimo incontro con Giuseppe. Quel caldo pomeriggio d’agosto non si erano nemmeno salutati. Quando lui aveva scambiato cortesi convenevoli con Fabrizia, era scappato via perché oberato di lavoro e si erano salutati, frettolosamente, ma nessuno dei due conosceva il nome dell’altro. O meglio mi correggo: Paola lo aveva scoperto grazie a Fabrizia. Il nostro caro Giuseppe aveva circa venticinque anni ed era un avvocato che faceva praticantato presso uno studio vicino a quel bar dove le due ragazze stavano assaporando il loro cremoso e granuloso espressino freddo. Alto, sportivo, scuro di carnagione, con i capelli folti e lisci e gli occhi verdi penetranti. La bocca definita, i denti bianchi e un neo sulla guancia marcato come segno particolare. Studioso e intelligente non era il classico tipo casa e chiesa. Tutt’altro. Era un vero e proprio viveur che amava andare a ballare il sabato sera, incontrarsi con gli amici, andare alle feste. Non era un tipo comune anzi. Diciamo che ci sapeva fare. Era brillante e spiritoso, ma non solo con le ragazze, nella sua vita in generale. Lo descrivo perché Paola in seguito lo conobbe. E dal secondo incontro non fu tutto così semplice..
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